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Con la riforma il superbonus diventa più selettivo rispetto alla versione (già ridotta) del 2023

Lo sconto fiscale che fino a oggi ha mobilitato circa 80 miliardi di investimenti sembra destinato a una potatura importante

Un superbonus molto più selettivo rispetto alla versione (già ridotta) del 2023. Per adesso siamo solo alle prime avvisaglie: un piano non è ancora stato definito neppure nei suoi principi generali. Eppure, stando ai segnali che arrivano sulla riforma dei bonus casa, lo sconto fiscale che fino ad oggi ha mobilitato circa 80 miliardi di investimenti sembra destinato a una potatura importante.

Lo dicono chiaramente i numeri sul tavolo. L’ipotesi di revisione degli obiettivi e delle risorse del Pnrr, alla quale sta lavorando il ministro Raffaele Fitto, metterebbe a disposizione del capitolo bonus edilizi una somma intorno ai 3 miliardi di euro. Si tratta, però, di una cifra insufficiente a garantire agevolazioni corpose e paragonabili a quelle alle quali il mercato è stato abituato in questi anni.

D’altronde l’analisi appena pubblicata dall’Uvi, l’ufficio di valutazione impatto del Senato, sul rapporto della commissione sulle Tax expenditure, dimostra come attualmente la maggioranza delle risorse finanziare, se parliamo di spese fiscali, è assorbita proprio dalla casa: sul totale, siamo al 41,8%, pari a circa 34,3 miliardi di euro.

In questo contesto il numero di spese fiscali erariali (626) si conferma collocato su un sentiero crescente anche nel 2022, facendo registrare un incremento di oltre il 40% rispetto al dato 2016. La perdita di gettito totale è pari a oltre 82 miliardi di euro. Anche se quasi il 60% delle spese fiscali di cui si possiedono informazioni complete è destinata a un numero non elevato di beneficiari (meno di 30mila soggetti).

Tornando al percorso del superbonus, in assenza di modifiche, dal 2024 la maxi agevolazione per le villette (attualmente al 90%) non sarà più riconfermata. Il 30 settembre, poi, scadrà la possibilità per i cantieri aperti sulle villette di continuare a utilizzare il 110 per cento. Ancora, sempre dal 2024, nei condomìni sarà possibile utilizzare il superbonus solo con aliquota tagliata al 70 per cento, su livelli molti simili a quelli dell’attuale ecobonus.

Sia le proroghe che l’innalzamento delle nuove percentuali di sconto costerebbero cifre tali da prosciugare rapidamente la riserva dei 3 miliardi di euro. Basta guardare agli investimenti mobilitati nei primi sei mesi del 2023 solo dai condomini: si tratta di 13,3 miliardi di euro, con una media mensile superiore ai 2 miliardi. Una finestra di tre o sei mesi in più per chiudere questi cantieri con l’agevolazione richiederebbe l’utilizzo di buona parte di questi tre miliardi. Stesso ragionamento si può fare anche per l’innalzamento delle percentuali, per tornare dal 70% al 90% o al 110.

Quindi, la riforma in arrivo si preannuncia particolarmente selettiva. Il modello potrebbe prevedere delle restrizioni soggettive, come quella imposta nel 2023 per le villette: in quel caso, con il tetto di reddito a 15mila euro per i bonus (calcolato tramite quoziente familiare) gli investimenti agevolati si sono ridotti anche dell’80 per cento. Per andare oltre la soglia del 70%, insomma, potrebbero essere posti una serie di paletti difficili da rispettare, come peraltro ipotizzava anche la proposta di legge a prima firma di Alberto Gusmeroli (Lega), presidente della commissione Attività produttive della Camera.

Altra strada da percorrere è quella delle limitazioni oggettive. Qui l’intenzione che già circola sui tavoli tecnici è di legare le agevolazioni agli interventi a maggiore impatto sia in termini di efficienza energetica che di rigenerazione urbana. Saranno, cioè, privilegiate le operazioni di riqualificazione globale degli edifici che consentono, in linea con la nuova direttiva Case green, di recuperare classi energetiche. Infine, un’attenzione particolare sarà riservata ad alcune categorie di immobili, come quelli gestiti dagli ex Iacp.

L’impiego di questi 3 miliardi, comunque, non deve distogliere l’attenzione da altri temi altrettanto urgenti sul fronte dei bonus: «Va benissimo se c’è un’attenzione sull’argomento, ma è fondamentale trovare una soluzione sui crediti incagliati del superbonus e su una proroga dei lavori già iniziati, perché i cantieri si sono fermati», dice la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio. Su questo fronte ieri il ministero dell’Economia ha risposto a un’interrogazione di Massimiliano Del Barba (Azione-Italia Viva), confermando che Poste è in procinto di riattivare il suo canale di acquisto dei crediti. Sembra, invece, raffreddarsi la pista della nuova piattaforma di Enel X, come anticipato dal Sole 24 Ore.

 

(Fonte: ilsole24ore.com)