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Bonus edilizi, scadenze al 30 giugno per unifamiliari e Asd

Termini in arrivo a fine mese per villette spogliatoi e sismabonus acquisti al 110%

Molti sono i contribuenti per i quali il superbonus sta terminando il 30 giugno. Primi fra tutti, le persone fisiche che non sono sicure di raggiungere, entro il 30 settembre, il 30% dei lavori agevolati con il 110% sulle villette e sulle case a schiera. Per massimizzare la detrazione, quindi, queste devono pagare il più possibile le spese per questi interventi entro il 30 giugno.Per le unità unifamiliari e le villette a schiera delle persone fisiche, infatti, il decreto Aiuti non ha prorogato la scadenza del 110% da fine giugno 2022 a fine settembre 2022 (come, invece, sembra indicare la circolare delle Entrate n. 23/E; si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri), ma ha concesso la proroga da fine giugno al 31 dicembre 2022, solo se entro il 30 settembre saranno effettuati lavori (non necessariamente pagati) per almeno il 30% dell’«intervento complessivo», riferito ai soli lavori agevolati al 110 per cento. Se non si raggiungerà questo 30% entro il 30 settembre: il superbonus (come detrazione diretta) spetterà comunque per le spese pagate entro il 30 giugno.

Naturalmente, ai fini del «consolidamento della detrazione», i lavori dovranno terminare, prima o poi, e dovranno essere effettuati tutti i relativi adempimenti; mentre, per i pagamenti successivi al 30 giugno, spetteranno i bonus edili minori. Può capitare il caso che una persona fisica, che sta effettuando lavori in una villetta o una casa a schiera, non riesca a raggiungere entro il 30 settembre il 30% dell’intervento complessivo dei lavori agevolati con il superbonus, ma che sia riuscita a raggiungere entro il 30 giugno 2022 un Sal di almeno il 30% dei lavori relativi al super ecobonus ovvero al super sisma bonus, conteggiati separatamente (risposta 53/2022). In questi casi, non spetta la proroga dal 30 giugno 2022 al 31 dicembre 2022, ma è possibile, per i bonifici effettuati nel 1° semestre 2022, esercitare entro il 16 marzo 2023 l’opzione di cessione del credito a terzi o di «sconto in fattura» parziale con il fornitore che ha emesso la relativa fattura entro fine giugno (naturalmente, solo per la parte che verrà asseverata con il Sal). Per lo sconto totale della fattura del Sal di almeno il 30%, invece, basta l’emissione della fattura (oltre che l’asseverazione del Sal) e non il pagamento. Se, infine, si desidera fruire della detrazione del 110% in dichiarazione, per i privati, basta il pagamento (anche del 100% della spesa) entro il 30 giugno, indipendentemente dal Sal raggiunto.

Al netto della proroga «condizionata», prevista dall’emendamento approvato al Senato nella conversione del Dl 36/2022 (che va confermato alla Camera entro il 29 giugno), anche il super sisma bonus acquisti, con i requisiti oggi in vigore, scadrà il 30 giugno 2022, quindi, entro questa data devono essere effettuati i rogiti notarili. Stessa scadenza anche per il super bonus del 110% per le associazioni e le società sportive dilettantistiche, relativamente agli spogliatoi. Per la demolizione e ricostruzione di edifici, la proroga alla fine del 2023 della misura del 110% (70% nel 2024 e 65% nel 2025) è possibile solo per i condomìni e i proprietari unici e non anche per le unità unifamiliari o le case a schiera.

 

(Fonte: ilsole24ore.com)

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Superbonus, dalle banche verifiche rigorose sulle cessioni

L’Abi segue la linea indicata dall’Agenzia delle Entrate per l’acquisto dei crediti. I processi valutativi devono essere improntati alla diligenza rafforzata 

Non si andrà nella direzione di semplificare, ma in quella di effettuare controlli e verifiche sempre più rigorosi in fase di acquisto. Dopo la pubblicazione, nella giornata di giovedì, della circolare di 130 pagine dell’agenzia delle Entrate (n.23/E) che ha messo in fila tutte le regole in materia di superbonus, il mercato ha iniziato a prendere le misure alle nuove indicazioni. A partire dal capitolo che, più di tutti, è oggetto di studio in queste ore: quello sui controlli e le responsabilità nell’utilizzo dei crediti.Qui si parla della diligenza rafforzata che devono avere gli acquirenti, in particolare quando siano banche o intermediari finanziari (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). A poche ore dal documento delle Entrate, l’associazione bancaria italiana (Abi) ha diffuso una circolare agli associati per analizzare soprattutto questi aspetti. Arrivando a una conclusione: «I chiarimenti diramati dall’agenzia delle Entrate – si legge – in merito all’attività di due diligence richiesta agli acquirenti dei crediti fiscali forniscono delle cogenti linee guida in merito alle operazioni relative al superbonus».

Da queste parole parte il vicedirettore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero: «Il termine “cogenti” è fondamentale. Questi chiarimenti sono parte integrante delle norme sul 110 per cento». Le banche, quindi, si muoveranno nella linea tracciata dall’Agenzia che, per la verità, stanno già seguendo da tempo. «In questi giorni – prosegue Torriero -, abbiamo sentito spesso richieste di semplificazioni, ma la risposta delle Entrate mi sembra diversa: servono processi valutativi particolarmente rigorosi, perché questi processi possono avere un impatto sulle responsabilità di chi acquista. Si tratta di un segnale forte». Che, di fatto, attribuisce un ruolo ancora maggiore alle banche sul mercato dei crediti:  il modello basato sulle verifiche preliminari, sull’utilizzo di società di consulenza a supporto dei controlli, sulla raccolta di documenti è stato messo a punto nei mesi scorsi proprio dal sistema bancario. «Parliamo di risorse pubbliche – dice il vicedirettore generale di Abi -, abbiamo sempre pensato che questi presidi fossero necessari». E anche le indicazioni sui sequestri, inserite nella circolare, vanno in questa direzione: «In caso di dissequestro – dice ancora Torriero – andrà valutata bene la possibilità di compensare, perché bisognerà avere diligentemente gestito le pratiche».

Il mercato, allora, per prevenire le responsabilità ipotizzate dalle Entrate, si muoverà tutto nella direzione del massimo rigore: chi non ha già strutturato un sistema di controlli adeguato dovrà probabilmente fermarsi, per evitare problemi, e allinearsi alle indicazioni dell’Agenzia. Da tutti i grandi istituti, invece, arrivano segnali distensivi: i processi utilizzati finora, sia sul fronte antiriciclaggio che su quello fiscale, sono coerenti con la circolare. Non ci saranno, insomma, rivoluzioni.Guardando al mercato più in generale, anche fuori dal perimetro delle banche, resta comunque da verificare in concreto quale sarà l’impatto in termini di tempi e di costi che queste regole avranno sulle cessioni. Ma non ci sono solo gli acquisti. Gli istituti, infatti, sono anche potenziali venditori di crediti ai cosiddetti «clienti professionali». Dalla circolare non è chiaro quale diligenza dovranno avere questi soggetti, comunque qualificati, quando compreranno. «Dato che l’acquisto proviene da una banca – dice ancora Torriero -, la banca avrà fatto a monte tutti i controlli del caso. Inoltre, questi aspetti potrebbero essere affrontati anche nei contratti tra banca e cliente professionale». Per qualche operatore, però, un chiarimento ulteriore delle Entrate non guasterebbe, per spiegare che chi compra da una banca, magari ad anni di distanza dai lavori, non può neanche teoricamente essere tacciato di concorso nella violazione.

 

(Fonte: ilsole24ore.com)